lunedì 24 marzo 2014

Giovanni Verga

Leggendo le Novelle Rusticane Di Giovanni Verga si apprezza il benessere in cui viviamo oggi, noi figli di questo secolo 2000- GIOVANNI VERGA nato a Catania in via Sant'Anna il 2 sett. del 1840 e morto a Catania il 27 genn. del 1922 , nelle sue opere letterarie ci fa scoprire un mondo a noi oggi sconosciuto, un mondo ignoto a noi uomini oramai civilizzati. Egli ci porta in un mondo quasi inverosimile eppure reale. Quando si zappava la terra con le mani scavando nelle paludi della Piana di Catania per piantare i semi del grano, le fave, i fagioli, alle dipendenze dei padroni come massaro Mazzarò.... Ci riporta ai tempi quando la malaria mieteva i poveri contadini che lavorando duramente, ammalati e con febbre alta ci lasciavano la vita nei campi, sotto il sole cocente dell'estate. Le Novelle di Giovanni Verga lasciano il segno. Come " Nedda - Eli il pastore - Rosso Malpelo - A roba - Pane nero - La lupa - Gli orfani - Malaria - il romanzo " I malavoglia" ecc. ecc. Giovanni Verga può definirsi lo scrittore dei poveri, dei contadini, colui che dà voce agli ultimi, agli emarginati nelle campagne della Sicilia dell'800 al passo col 900 Secoli di germogli letterari e letterati. Giovanni Verga è lo scrittore che ha dato voce a chi non ha voce nel contesto sociale dei secoli andati mettendo in risalto le condizioni di miseria in cui vivevano i contadini tra soprusi e angherie che subivano dai padroni. Uno scrittore che ha saputo "combattere" con i suoi scritti la propria battaglia contro le discriminazioni sociali dell'epoca, che ha saputo tramandare ai posteri le sue idee di giustizia sociale e libertà.